Rete Mobile - come funziona

by Vittore Zetticci

Perchè la comunicazione mobile funzioni a dovere, è necessario che il nostro terminale sia agganciato alla rete e che questa connessione non venga disturbata o interrotta dal fatto di essere in movimento. La migliore soluzione individuata per assicurarsi che queste due caratteristiche siano sempre soddisfatte (o quasi) è proprio quella di implementare una rete di antenne organizzata secondo uno schema "a celle", non molto dissimile dalla tipica struttura, per quanto solo in due dimensioni, di un alveare.

È presto detto, il termine si riferisce proprio al tipo di teconologia che permette al nostro terminale mobile di funzionare: è solo tramite la divisione del territorio in "celle", spesso parzialmente sovrapposte, che è possibile fornire il servizio di comunicazione mobile che tutti utilizziamo.

Sicuramente l'oggetto si può definire un telefono, in quando utile per portare a distanza la nostra voce ("telefono" è infatti composto dalle parole greche tèle, che vuol dire "lontano, a distanza" e phonè, che vuol dire "suono, voce"), ma perchè a questa parola viene aggiunto il termine "cellulare"?

Perchè si chiama "rete cellulare"?

Una tipica rete cellulare è costituita da uno schema a celle contigue contenenti ognuna un'antenna radio in grado di collegarsi con i terminali mobili e di mantenere attivo, per lo meno entro una certa distanza, il collegamento stesso.

È intuitivo comprendere che la potenza e la qualità del segnale degrada in maniera proporzionale alla distanza a cui ci si trova dall'antenna. Praticamente ogni cellulare in commercio possiede una funzione (le famose "tacche") che ci aggiorna in continuazione su quanto sia forte la nostra connessione con l'antenna di riferimento.

Come regola generale ogni terminale mobile si connette con l'antenna da cui, in linea d'aria, dista meno. In questo caso si dice che il terminale mobile ricade in una delle celle presiedute da quell'antenna. Ogni cella in realtà può avere dimensioni variabili e forme anche molto diverse rispetto all'esagono. Infatti ogni cella, ovvero la porzione di spazio sottesa da una certa antenna, è caratterizzata dal fatto di non avere un'altra antenna più prossima rispetto a quella di riferimento.

Quando quindi ci muoviamo verso il bordo che separa due celle contigue, quello che accade è che ci spostiamo verso una zona in cui almeno due diverse antenne sono da noi equidistanti. Una volta valicato il bordo e passati nella cella adiacente sarà la nuova antenna che presiede la nuova cella a connettersi al nostro terminale mobile, in applicazione della regola generale espressa in precedenza. In generale essere agganciati da una nuova antenna implica l'essere scollegati dalla veccha antenna, sebbene in alcuni casi, a seconda delle tecnologie di rete e dal tipo di terminale mobile in uso, questo può anche non accadere, consentendoci così di usufruire di una ridondanza nella connessione a tutto vantaggio della stabilità della comunicazione e della velocità di navigazione.

Ci sono però altri casi in cui la regola della connessione all'antenna più prossima viene infranta e pertanto il nostro terminale si ritroverà connesso con un'antenna diversa rispetto a quella più vicina. Alcuni esempi possono essere i fatto che una certa antenna è congestionata a causa della presenza di troppi terminali mobili all'interno della cella da essa sottesa (caso tipico: grandi raduni di persone come concerti, manifestazioni, ecc.) oppure la presenza di ostacoli naturali o architettonici che impediscono o comunque deteriorano la connessione con l'antenna più prossima, rendendo preferibile una connessione con un'antenna più distante ma con una linea di vista più sgombra.

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