Onde Corte usato in Italia

by Vittore Zetticci

Guida al radioascolto

Se state leggendo questo articolo sicuramente sarete incuriositi dalle trasmissioni che avvengono via radio, questa guida cercherà di spiegare a chi si avvicina al mondo del radioascolto per la prima volta, tutte le nozioni e terminologie, e di approfondire tematiche già note ad appassionati più esperti, al fine di amplificare l’interesse e la cultura per il radioascolto.

Verranno spiegate in modo semplice e basilare alcune nozioni tecniche per capire il funzionamento del mezzo radio, e si entrerà nello specifico nella pratica di ricezione dei vari tipi di segnali e sulle spiegazioni dei sistemi di comunicazione.

L’attività del radioascolto è considerata un hobby, ed a seconda di quanto coinvolge un appassionato saranno necessarie conoscenze sempre maggiori e complicate, ed apparecchiature molto costose e sofisticate.

La passione del radioascolto è costosa, i ricevitori radio possono costare quanto un automobile, oltre al ricevitore vero e proprio possono essere necessari accessori di vario tipo per contornare e completare la stazione, come PC, alimentatori, commutatori, convertitori, filtri, adattatori, software.

Se nel passato praticavi già questo hobby, ti avviso che è cambiato molto negli ultimi 15 anni sia in onde corte che nelle bande VHF ed UHF, con l’introduzione delle modulazioni digitali criptate e con l’avvento di internet, le trasmissioni radio ricevibili sono notevolmente diminuite. Non voglio smorzare entusiasmi, ma se pensate al giorno d’oggi di passare tempo con il ricevitore radio come alternativa alla televisione, è facile che ci si stufi presto.

Il radioascoltatore deve conoscere varie materie, esso non è un tecnico elettronico, non è un progettista, non deve conoscere le lingue, ma è bene che sappia un minimo di tutto ciò, non sono previsti esami, ne autorizzazioni ministeriali, l’indicativo di stazione di radioascolto è facoltativo; ma se poi ha intenzione di diventare radioamatore per poter trasmettere, allora deve prendere confidenza con l’elettronica e fisica, deve imparare a comprendere e a parlare un pochino d’inglese, deve avere dimistichezza con i termini tecnici, e poi sostenere l’esame per ottenere la patente da radioamatore.

L’unico obbligo del ascoltatore è di rispettare la normativa vigente: il “Codice delle comunicazioni elettroniche“, una norma della Repubblica Italiana, emanata con decreto legislativo 1º agosto 2003, n. 259, che reca una normativa nazionale per il settore dei servizi e del mercato delle telecomunicazioni e delle radiocomunicazioni; l’autorità competente è il Ministero dello Sviluppo Economico.

L’Unione Internazionale delle Telecomunicazioni, in acronimo ITU (dall’inglese International Telecommunication Union) è un’organizzazione internazionale che si occupa di definire gli standard nelle telecomunicazioni e nell’uso delle onde radio. Gli scopi principali che si è prefissata alla sua creazione sono: estendere la cooperazione internazionale per migliorare le telecomunicazioni, favorire lo sviluppo dei mezzi tecnici ed il loro sfruttamento più efficace ed armonizzare gli sforzi delle nazioni verso i fini comuni. La ITU gestisce i prefissi internazionali dei servizi di comunicazione, tali prefissi sono costituiti da combinazioni alfanumeriche assegnate ai diversi Stati.

Negli anni 2000 definire questo passatempo con la parola “radioascolto” non è poi tanto corretto, il termine ascolto sarebbe riduttivo e superato, facendo intendere che per recepire le comunicazioni bastino le orecchie, come si fa con la musica; questo era vero fino alla fine degli anni ’90, ma nel presente invece, moltissime ricezioni dei segnali radio possono essere nemmeno ascoltate e comprendere comunque il messaggio, questo perchè l’informazione è codificata in digitale o in modulazioni tipiche che non è possibile demodulare ad orecchio, come i FAX, telemetrie, telescriventi, anche la telegrafia e molto altro. Al giorno d’oggi ognuno ha un personal computer in casa, che con specifici software e collegandolo ad una radio, ci permette di ricevere e visualizzare a schermo moltissime comunicazioni che vengono irradiate.

Di questi tempi con l’avvento appunto delle tecnologie informatiche, internet, con l’abbassamento dei costi per le comunicazioni digitali via satellite, la quantità delle comunicazioni radio che possono essere intercettate e decodificate è in diminuzione, d’altro canto anche le persone che si mettono dietro alla radio ad ascoltare sono sempre meno, attratte più dall’intrattenimento che offre internet, social network, video sharing, chat, ecc.

I tipi di trasmissioni

Essendovi numerose e variegate trasmissioni radio, ogni radioascoltatore sarà appassionato di una o più tipologie rispetto ad altre, è facile conoscere radioappassionati specializzati su specifici tipi di trasmissioni.

Mentre procederete con la lettura, l’etere che ci circonda sarà pervaso da numerosi segnali radio che vengono trasmessi via radio da un punto all’altro della terra, ed addirittura da e verso spazio; il segnale trasmesso può essere modulato in vari modi e trasportare audio, immagini, testo, dati, e talmente tante informazioni che forse per ora non immaginate nemmeno.

Possiamo iniziare con il dividere tutti questi segnali in tre categorie, che verranno poi approfondite più avanti:

Broadcasting , che sono le stazioni di emittenti che trasmettono per intrattenimento, educazione, propaganda ed informazione del pubblico.

, che sono le stazioni di emittenti che trasmettono per intrattenimento, educazione, propaganda ed informazione del pubblico. Radioamatoriali , operate da hobbysti per motivi di studio e di svago.

, operate da hobbysti per motivi di studio e di svago. Utility, quelle che operano trasmettendo comunicazioni per ascoltatori ben precisi, operando in modo professionale, ad esempio per la navigazione aerea o marittima, per uso scientifico, per telecomunicazioni internazionali, per la diffusione di notizie stampa, segnali di tempo e frequenza campione.

Le tre categorie di radiodiffusione operano ciascuna nell’ambito delle frequenze ad esse assegnate a seguito di accordi internazionali. Per l’ordinamento giuridico italiano, è consentito soltanto l’ascolto di stazioni broadcast e radioamatoriali, le uniche “stazioni di utilità” che possono essere ascoltate senza tema di incorrere in sanzionii, sono quelle adibite ai servizi di diffusione del tempo e frequenza campione.

Le trasmissioni radio possono essere unidirezionali o bidirezionali e multidirezionali.

Le trasmissioni unidirezionali sono trasmesse da una stazione trasmittente e dirette (dotate di trasmettitore) a una o molte stazioni riceventi. Ad esempio Radio RAI, trasmette per molte stazioni riceventi (dotate si solo ricevitore). La stazione che trasmette non riceve e le stazioni che la ricevono non trasmettono.

Le trasmissioni bidirezionali o multidirezionali invece, avvengono in maniera tale che le stazioni sono ricetrasmittenti, ossia possono trasmettere e ricevere il segnale radio anche su più frequenze. Ad esempio un radioamatore, può inviare un segnale ad una o più persone, che poi a loro volta possono rispondere ed essere ascoltate dal primo soggetto.

Le frequenze radio

Le trasmissioni radio possono che in questo momento ci circondano sono differenziate tra loro dalla frequenza, ossia dalle oscillazioni che esegue l’onda elettromagnetica, la frequenza si misura in multipli dell Hertz, ossia kHz, MHz e GHz.

Le bande radio

Lo spettro radio è diviso in bande ove coesistono più servizi. Una banda può essere definita in base a vari criteri e vi sono due accezioni del termine comunemente usate nell’ambito delle telecomunicazioni. Le trasmissioni che avvengono nelle varie bande e le caratteristiche che differanziano esse, verranno descritti in maniera approfondita nei prossimi paragrafi.

Al radioascoltatore o radioamatore interesseranno le bande HF, VHF ed UHF, i più esperti potranno interessarsi anche alle alle VLF e SHF, bande convenzionalmente stabilite secondo la designazione ITU.

LF da 30 a 300kHz (onde lunghe, Long Wave, LW)

MF da 300kHz a 3MHz(onde medie, Medium Wave, MW)

HF da 3 a 30MHz (onde corte, Short Wave)

VHF da 30 a 300MHz

UHF da 300MHz a 3GHz

Un altro modo per dividere le bande è in base alla porzione di spettro nella quale i canali hanno la stessa destinazione d’uso. In questo caso vengono denominate in base alla loro lunghezza d’onda espressa in metri, o per nomi propri.

Ad esmpio i radioamatori possono parlare nella banda dei 2Metri, compresa nel range 144 – 146MHz e nella banda dei 40Metri, compresa tra i 7000kHz ed i 7200kHz. Alcune stazioni broadcast trasmettono sulle bande tropicali, comprese nel range di frequenze di 3200kHz e 3400kHz pari alla lunghezza d’onda di 90 Metri e di 4570kHz – 5060kHz per la lunghezza d’onda di 60 metri. La banda cittadina, o CB, dall’inglese Citizen Band, ove parlano radio hobbysti, ha una lunghezza d’onda di 11 metri, nel range di 26.956MHz – 27.405MHz.

La lungheza d’onda si calcola dividendo la velocità del mezzo di trasmissione, che è pari alla velocità della luce, per la frequenza espressa in kHz. Ad esempio: 299800KMh / 145000kHz = circa 2; banda dei 2 metri di lunghezza d’onda.

Le modulazioni

Il segnale viene irradiato ad una certa frequenza tramite un onda portante, che viene modulata in vari modi, la modulazione può avvenire in frequenza o in ampiezza. Solitamente la modulazione di frequenza FM è adatta alle frequenze alte V-UHF, mentre la modulazione di ampiezza AM per le sue caratteristiche è più idonea alle onde corte HF, ed usata per la radiodiffusione; in HF vengono usate anche altre modulazioni, come ad esempio la telegrafia CW, o modulazioni derivate dalla AM, dette bande laterali a portante soppressa, e sono USB ed LSB, usate sia dai radioamatori che dai servizi utility.

Esistono anche modulazioni digitali, in onde corte c’è il sistema DRM, acronimo di Digital Radio Mondiale.

La potenza del segnale

La potenza è l’energia con cui il segnale è irradiato, essa si esprmime in Watt, in sottomultipli milliW o in multipli KiloWatt. I radioamatori italiani posso trasmettere con potenza massima di 500W, per i radioamatori statunitensi, russi ed australiani, tanto per citarne alcuni, le potenze concesse ammontano anche a qualche KW. Alcune stazioni radioamatoriali, per sperimentazione, sfida od altre esigenze scelgono di trasmettere con potenze molto basse, nell’ordine dei mW, queste stazioni di solito appendono un suffisso al loro nominativo: /QRP. La sigla QRP deriva dal codice Q, e sta a significare bassa pontenza, convenzionalmente stabilita inferiore a 5W.

Le broadcast invece irradiano i loro segnali con potenze di decine o centinaia di KW ed in alcuni casi anche MegaWatt.

Le frequenze assegnate al servizio di radiodiffusione commerciale sono soggette a variazioni nel tempo, mentre saranno invariate per servizi di utilità, come stazioni meteo, stazioni costiere, ecc.

I segnali radio si propagano nell’etere in maniera diversa di banda in banda. Per le onde lunghe, medie e corte, la propagazione a lunga distanza è influenzata dall’attività ciclica del sole. Ogni banda, avrà le sue caratteristiche di propagazione diurne e notturne, che varieranno dall’estate all’inverno.

Chi è il Radioascoltatore (SWL o BCL)?

Il radioascoltatore è quella persona che trae diletto captando con il proprio apparecchio ricevente le varie stazioni radio precedentemente elencate: amatoriali, radiodiffusione o broadcast ed utility. A seconda delle trasmissioni che esso sta ascoltando può essere incluso in un gruppo, SWL o BCL. Questi acronimi, significano Short Wave Listener e BroadCast Listener, quindi ascoltatore delle onde corte, o ascoltatore di stazioni commerciali; diciamo che con il termine SWL si definisce il radioascoltatore generico odierno, difficilmente si trova un BCL puro, un tempo invece con i ricevitori domestici per sole bande broadcast la figura del BCL puro era più frequente.

Le trasmissioni via radio ricevibili con ricevitori tradizionali diminuiscono nel tempo, poichè si passa a sistemi di comunicazione digitale che richiedono ricevitori specifici e costosi, e per via del passaggio a sistemi informatici, più o meno per gli stessi motivi, anche i radioascoltatori stanno diminuendo, l’avvento di internet e delle applicazioni informatiche tipo social network, video game, ecc, alcune persone preferiscono svagarsi e impiegare il tempo con un PC, più tosto che con una radio. D’altro canto invece, la tecnologia ha reso possibile l’abbattimento dei costi dei ricevitori, ad oggi, è possibile acquistare ricevitori SDR, se pur di bassa qualità a circa 10€, e ricevitori sempre economici supereterodina a partire da circa 50€.

Il nominativo SWL

Anche per il radioascoltatore è previsto a livello internazionale un nominativo di stazione (art. 9, comma 1, dell’allegato n. 26, del Codice delle comunicazioni elettroniche).

Il suddetto nominativo è molto utile per l’invio di rapporti di ascolto e lo scambio di QSL, inoltre per partecipare a diplomi e competizioni.

La sigla distintiva relativa all’attività radioamatoriale di solo ascolto -SWL (Short Wave Listener) e formata da: .lettera I (Italia), numero di protocollo, sigla della provincia di appartenenza.

Cosa serve per ascoltare?

I ricevitori radio

Il ricevitore è lo strumento con cui viene trasdotto il segnale radio in onde acustiche, o dati. E’ l’interfaccia dell’utente verso l’etere. Al giorno d’oggi con l’hobby che perde popolarità è facile trovare molti modelli di ricevitori sul mercato dell’usato; tra i nuovi modelli si vedono comparire prodotti cinesi a basso prezzo, oltre alle vari marchi storici, l’offerta tra nuovo ed usato è molto ampia. In generale, il mercato offre apparecchiature davvero valide nella fascia di prezzo compresa tra i cento euro ed una decina di migliaia di euro circa.

Le caratteristiche principali di un ricevitore sono: la sensibilità, ossia il livello di segnale minimo a cui il ricevitore incomincia a ricevere, sui manuali o schede dati viene espresso in µV (microvolt), la sensibilità inoltre può variare sulle varie bande e tra i vari modi ricevibili. In parole povere, più è sensibile e più riesce a ricevere segnali deboli.

La selettività invece è la capacità di un ricevitore di ricevere segnali solo dalla frequenza impostata, discriminando segnali soprattutto se più forti proveniente da frequenze vicine.

Al giorno d’oggi la caratteristica della stabilità è meno importante, poichè i ricevitori hanno adottato una tecnologia che li rende stabili in frequenza, problemi di stabilità cosi come di selettività si potranno avere su ricevitori molto economici e datati. Attenzione a ricevitori troppo sensibili e poco selettivi, come appunto i cinesi, che tendono ad andare in saturazione.

Nell’immagine un ricevitore HF ed uno V-UHF.

Linea ICOM anni ’80, modelli IC-R7000 ed IC-R71.

Foto by Giuliano IZØGUG.

L’antenna

Qualcuno una volta disse: “Un dollaro per la radio, cento per l’antenna” prorpio a sottolineare l’importanza che ha l’antenna rispetto il ricevitore, essa è la parte fondamentale della stazione di radioascolto. Soprattutto iprincipianti utilizzano ricevitori portatili con antenne incorporate e presto si renderanno conto che l’unico sistema per migliorare la ricezione sta appunto nell’agire sull’antenna.

Sovente capita di ascoltare discorsi tra radioamatori che possiedono ricevitori favolosi e costosissimi, ma antenne arrangiate.

Oltre a valutare le qualità tecniche dell’antenna bisogna poi rispettare degli accorgimenti di buon senso in fase di installazione, valgono quindi delle regole generali: in primis possiamo dire che deve essere più libera possibile e distante da altri oggetti, soprattutto se metallici, e questo già è un buon inizio, e poi come dice un detto, “altezza, mezza bellezza” assolutamente valido riguardo l’antenna, essa deve essere posta in posizione più alta possibile, rimanendo però sotto opportune condizioni che non specifico. Altezza e liberà oltre a ricevere bene permettono di avere meno rumore elettrico in ingresso al ricevitore, soprattutto in città.

Il tema dell’antenne è molto ampio, ci sono libri che parlano solo di antenne, comunque possiamo definire delle caratteristiche macroscopiche importanti: direttività e guadagno. La caratteristica del guadagno è in parole semplici la quantità di segnale che l’antenna riesce a catturare, viene indicato sui fogli tecnici delle antenne come gain, misurato in dB o dBi, la misura si riferisce per confronto tra l’antenna considerata (idealmente) e un’antenna isotropa (cioè perfettamente omnidirezionale). La direzionalità invece è la direzione o meglio le direzioni in cui l’antenna riceve con maggior guadagno, esistono difatti antenne dette omnidirezionali che ricevono idealmente il segnale in maniera equa da tutte le direzioni, ammesso che siano installate con i criteri descritti nelle righe precedenti, ed antenne direttive, che sono concepite per concentrare il massimo guadagno in una o più direzioni. Si pensi ad esempio alle antenne TV per digitale terrestre, puntate fisse sul ripetitore od addirittura alle paraboliche, esse sono direttive, mentre le antennine stilo di radio portatili, autoradio, ricetasmettitori radioamatoriali sono omnidirezionali, perché innanzitutto sono mobili ed i segnali non provengono da un unica direzione.

Altre caratteristiche delle antenne sono la polarizzazione orizzontale o verticale, e l’impedenza, ma si entra troppo nel tecnico.

Antenna discone Proxel D130

Invito ad approfondire l’argomento antenne sulla pagina di Wikipedia.

Passiamo ora a descrivere come è fatta un antenna, anche qui ne esistono moltissimi tipi, ma possiamo raggrupparle principalmente in; antenne filari, costruite da fili, ad uno, due o più bracci. Ad esempio l’antenna più veloce, facile, economica, detta long-wire un singolo filo, di lunghezza non definita ma più lungo possibile diretto sul ricevitore, oppure tramite coassiale e balun, oppure l’antenna windom, una filare orizzontale (o a V invertita se ci sono problemi di spazio) di circa trenta metri con presa per la discesa ad un terzo della lunghezza: riceve meglio della semplice filare singola.

Antenne verticali, un po’ più complesse da realizzare, come quella in foto, antenne a loop-magnetico, che sfruttano la componente magnetica del segnale, per esse non è prorpio fondamentale un installazione alta ed antenne direttive Yagi, quad, ce ne sono di svariati tipi e varianti. Addirittura antenne attive, che sfruttano un amplificatore per aumentare il segnale in uscita.

Cosa ascoltare?

Veniamo al dunque, ma cosa mi offre l’etere? Innanzitutto possiamo ascoltare i radioamatori sulle varie gamme a loro assegnate, è possibile ascoltare radioamatori da tutta l’Italia nella gamma dei 40 metri di giorno e nelle gamme degli 80 e 160 metri di notte, mentre nel periodo estivo oltre alle bande basse, arrivano con molta facilità segnali intercontinentali nelle bande alte.

Nelle onde corte è pieno di stazioni broadcast, tra queste qualcuna di sera trasmette in italiano, con molta facilità è possibile ricevere con apparecchiature modeste e con antenne anche all’interno di abitazioni: Radio Cina Internazionale, Radio Romania Internazionale, Radio Tirana , Radio Cairo, Voce della Turchia, Voce Islamica dell’IRAN. Per sapere orari e frequenze, visitate il sito BCL news che contiene una pagina con un elenco trasmissioni in onde corte in lingua italiana.

L’emittente broadcast più lontana dall’Italia è attualmente LRA36 Radio Nacional Arcángel San Gabriel che trasmette dall’Antartide argentina sulla frequenza di 15476kHz, in banda 19Metri.

Fino ai primi anni 2000 si trovavano in vendita libri con le liste dei servizi broadcast e utility con le relative frequenze

Programmi in italiano

Ovviamente le emittenti in lingua italiana saranno quelle che si seguiranno con maggior interesse. Abbiamo oltre alle emittenti italiane, anche emittenti straniere che trasmettono i loro programmi in lingua italiana. Ormai la quasi totalità delle trasmissioni broadcast in onde corte sono nelle lingue che attualmente dominano il mondo, ossia arabo e cinese.

Nel momento in cui scrivo, in onde corte abbiamo soltanto la Radio Vaticana , un tempo c’era anche RAI international, ma ha cessato le trasmissioni nel 2007; entrambe trasmettevano dall’Italia. Di emittenti italiane che trasmettono in onde corte mediante trasmettitori di terze parti abbiamo OBIETTIVO DX che trasmette tramite Adwentist World Radio, attiva con discontinuità Italian Broadcasting Corporation . Gli orari delle trasmissioni sono disponibili sui loro sito ufficiali. Il target è l’Italia, quindi la ricezione è facile e di ottima qualità.

In onde medie c’è la RAI un po’ ovunque, Radio Capo D’Istria, e qualche radio “libera” come I AM sui 1350 kHz, Z100 su 828 kHz, RADIO BRISCOLA a 1494 kHz, POWER RADIO AM su 819 kHz, FREE RADIO AM a 1584 kHz, MINIRADIO sui 1512kHz RADIO ATLANTA MILANO a 1395 kHz.

Tornando in onde corte, di emittenti straniere che trasmettono il programma in italiano possiamo trovare RAE Radio Argentina Exterior , Radio Romania Internazionale , Radio Cina Internazionale , Radio Voce Islamica dell’Iran , Radio Cairo , Radio voce della Turchia , schedule. Recentemente, prima del 2018, vi erano anche Radio Tirana , Radio Serbia Montenegro , Radio voce della Russia, andando più indietro con gli anni ve ne erano ancora altre.

Il rapporto d’ascolto

Il rapporto d’ascolto è lo strumento che un radioascoltatore SWL o BCL ha per entrare in comunicazione con l’emittente che ha ricevuto, sia essa broadcast o utility, serve a comunicare la descrizione di come il loro segnale è giunto nella propria stazione ricevente.

Convenzionalmente per le utility e broadcast si usa il codice SINPO, acronimo di Signal, Interference, Noise, Propagation e Overall, in particolare nei rapporti di ricezione scritti da radioascoltatori a emittenti radio broadcast o utility, e dil codice RST per rapporti verso radioamatori o utility.

Nel rapporto d’ascolto va sempre indicata data e ora, facoltativamente il locator (coordinate) di ricezione o per lo meno la città, ed una descrizione sommaria del proprio equipaggiamento.

Nel SIMPO, talvolta anche SINFO, i parametri giudicati sono:

S (signal): intensità del segnale d’interesse

I (interference): interferenze provenienti da altri segnali

N (noise): presenza di rumori atmosferici

P (propagation): qualità propagazione del segnale, presenza di evanescenza dovuta all’effetto fading

O (overall): valutazione complessiva

La valutazione assume valori da 1 a 5 per le singole voci, l’ultima voce che indica la valutazione complessiva deve essere compresa tra il valore minimo e massimo tra i precedenti quattro parametri.

Esempio di: una buona ricezione 45444, ricezione scarsa 22333, rapporti errati 44445 o 33432.

Codice S I N P O 5 molto forte nessuna nessuna nessuno ottima 4 forte bassa bassa lieve buona 3 media media media moderato media 2 debole forte forte forte scarsa 1 molto debole molto forte molto forte molto forte insufficiente

Nel codice RST, che si usa per i rapporti tra radioamatori, la lettera R sta per Readibility (leggibilità). La leggibilità è una valutazione qualitativa di quanto è facile o difficile copiare correttamente una trasmissione. Nella trasmissione radiotelegrafica in Morse la leggibilità si riferisce alla facilità o alla difficoltà di distinguere ognuno dei caratteri del testo del messaggio spedito. In una trasmissione vocale la leggibilità riferisce di come sia facile o difficile, per ogni singola parole parlata, essere correttamente compresa. La leggibilità è misurata in una scala che va da 1 a 5.

Illeggibile Appena leggibile, con occasionali parole distinte Leggibile con notevole difficoltà Leggibile con poca difficoltà Perfettamente leggibile

La lettera S sta per Strength (forza) ossia una valutazione di quanto è potente il segnale ricevuto, indicato se presente dallo strumento del ricevitore S-meter, con varie scale.

Segnale debole, appena percepibile Segnale molto debole Segnale debole Segnale discreto Segnale discretamente buono Segnale buono Segnale moderatamente forte Segnale forte Segnale molto forte

La T sta per Tone (tono). Il tono è usato solo nel codice Morse e nelle trasmissioni digitali ed è pertanto omesso nelle trasmissioni in fonia.

Nota ronzante di corrente alternata con gorgoglii Nota molto ronzante di corrente alternata (priva di musicalità) Nota ronzante di corrente alternata rettificata ma non filtrata (lievemente musicale) Nota ronzante con tracce di filtratura (discretamente musicale) Nota di corrente alternata filtrata ma fortemente modulata in ronzio (modulata musicale) Nota filtrata con tracce definite di modulazione ronzata Nota quasi pura di corrente continua, tracce di modulazione ronzata Nota quasi perfetta con lieve traccia di modulazione ronzata Nota perfetta di corrente continua: nessuna traccia di ronzio o di modulazione di alcun tipo.

Il tempo universale coordinato

Ricevere sengali dalle varie parti del mondo, inviare rapporti, consultare tabelle di orari di trasmissione internazionali è difficile se non viene definito un orario univoco applicato da tutti. Questa indicazione degli orari è definita dal tempo coordinato universale, abbreviato con la sigla UTC, è il fuso orario scelto come riferimento globale, a partire dal quale sono calcolati tutti i fusi orari del mondo. È stato stabilito dalla Unione Internazionale delle Telecomunicazioni .

Il valore della misura del tempo nell’unità di misura UTC coincide col valore espresso nell’unità tempo medio di Greenwich (GMT), durante l’anno non subisce variazioni come ad esempio l’ora legale/solare

In Italia si usa il CET (tempo dell’Europa centrale), pari all’UTC+1 ossia all’UTC incrementato di un’ora, limitatamente al periodo in cui è in vigore l’ora civile convenzionale, detta comunemente ora solare, che va dall’ultima domenica di ottobre all’ultima domenica di marzo. Quando invece è in vigore l’ora legale, adottata nel resto dell’anno, in Italia si usa l’orario CEST (tempo estivo dell’Europa centrale), pari all’UTC+2 ossia all’UTC incrementato di due ore.

Associazioni di radioascolto

Esiste dal 1982 un associazione di radioascolto nominata AIR, appunto Associazione Italiana Radioascolto, tra i fondatori ricordiamo il mio amico di penna Fiorenzo Repetto scomparso il 20/11/2019. Questa associazione svolge attività locali, contest, diplomi e pubblica una rivsita online chiamata RadioRama . E’ possibile iscriversi come soci ordinari o sulla pagina FaceBook ufficiale. Sempre su FaceBook esiste un altro gruppo molto frequentato sul radioascolto, Radioascolto la nostra passione . E’ anche possibile iscriversi all’ARI, Associazione Radioamatori Italiani , come swl.

Siti di riferimento, consigliati e fonti

Questo articolo è ispirato ed alcune parti sono state tratte dal sito ufficiale dell’AIR, Associazione Italiana Radioscolto . Altre letture consigliate sono: La notte dei Radiofari di Stefano IK0XCC, i siti di Ivo I6IBE, Angelo IK1QLD, Fabio IK0IXI, Simone IW5EDI, Renato IK0OZK, Andrea IW0HK, Franco HB9OAB, Antonio I-56578-SWL, Ivan I2-5759 ed il portale ITALRADIO , BCL news , il sito omitaliane.it e radio-amatori.it .

SHORT-WAVE.info è un database di frequenze ed orari di trasmissione delle stazioni broadcast in onde corte, in cui è possibile interrogare il DB per nome della stazione, orario di trasmissione, frequenza, banda e linguaggio. HF Underground è un forum in cui si parla delle varie stranezze e stazioni non identificate in onde corte. Interval Signal Online è un sito che raccoglie numerosi segnali di intervallo delle varie emittenti broadcast di tutto il mondo.

Global Tuners è un database che contiene le corrispondenze di frequenza dalle LW alle UHF.

Se volete ascoltare la radio in HF senza avere una radio, allora dovete usare un web ricevitore HF, vi consiglio quello messo a disposizione dall’università olandese UTwente.

WRTH World Radio and TV Handbook, un libro guida con schedue e indirizzi di radio e TV di tutto il mondo. Di simile c’è ILGRadio ed Klingenfuss SW guide , una guida alle varie frequenze in onde corte.

RADIO WAVES below 22 kHz è un sito che si occupa di documentare le esperienze sotto i 22 kHz, redatto da Renato Romero IK1QFK. Six Italia è un sito specifico di cultori della magica banda dei 6 metri.

e siti tematici sulle number stations.

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