Smart working: tutte le raccomandazioni per la salute!

by Vittore Zetticci

Telefona con la testa: 10 regole per proteggersi usando il cellulare

Strumento di lavoro, di divertimento, di informazione. Nell'epoca digitale il telefonino è diventato un compagno di vita, che accompagna costantemente le nostre giornate. Ma è bene sapere che la potenza degli smartphone odierni è associata a campi elettromagnetici generati dai telefonini stessi per la trasmissione di voce e dati. Alcune semplici regole di comportamento e di buone abitudini ci permetterranno quindi di proteggerci e limitare gli effetti delle onde elettromagnetiche. Si parla anche di questo nell'inchiesta " Veleni quotidiani " di Sky TG24, con il direttore Sarah Varetto.

Accorgimenti da seguire

Sono dieci i consigli da seguire nei gesti quotidiani per un uso intelligente dello smartphone. In testa al decalogo, la regola principale: utilizzare sempre l’auricolare o il vivavoce per limitare gli effetti delle onde elettromagnetiche del dispositivo sul cervello. Si tratta di accorgimenti semplici, alla portata di tutti, che basta tenere a mente nell'utilizzo quotidiano del cellulare: si prosegue con l'evitare chiamate lunghe, alternando un orecchio con l'altro durante le conversazioni. E poi: effettuare chiamate solo c'è pieno campo, altrimenti il cellulare aumenta la sua potenza di emissione per riuscire a garantire la chiamata. A seguire un'ovvia raccomandazione: non tenere vicino lo smartphone quando si dorme e non caricarlo vicino al letto. Infine: evitare il più possibile il contatto del telefonino con il proprio corpo (meglio tenerlo sul tavolo o in borsa piuttosto che in tasca).

Cellulari spenti in ospedale e a scuola

Non manca qualche raccomandazione di buona educazione: è sempre opportuno spegnere il cellulare negli ospedali, perché le onde interferiscono con le apparecchiature elettromedicali. Vige la stessa accortezza in presenza di persone con pacemaker e apparecchi acustici. Dispositivi silenziati anche al cinema o a teatro. E soprattutto a scuola, dove l'utilizzo del telefonino è vietato per legge. Particolare attenzione in questo decalogo è dedicata ai bambini. Il telefonino sarebbe da concedere solo per le chiamate di emergenza e attivando preventivamente i filtri di sicurezza dedicati. Un focus particolare anche per le donne in gravidanza, doppiamente “ricettive” rispetto all’elettromagnetismo. Poi, un consiglio di tipo tecnologico: nell'acquistare uno smartphone privilegiare dispositivi con un basso Tas (in inglese Sar), che indica il livello delle emissioni elettromagnetiche. Ultima raccomandazione: prediligere quando possibile l’uso del telefono fisso a quello mobile, soprattutto in ambienti chiusi dove il cellulare aumenta la potenza di emissione.

Assistenti digitali (Smart Assistant)

Scheda informativa

(marzo 2021)

La scheda in formato .pdf

Assistenti digitali (smart assistant):

i consigli del Garante per un uso a prova di privacy

L’assistente digitale (o smart assistant) è un programma che interpreta il linguaggio naturale tramite algoritmi di intelligenza artificiale ed è in grado di dialogare con gli esseri umani al fine di soddisfare diversi tipi di richieste (ad esempio: rispondere direttamente a richieste di informazioni, fare ricerche su Internet, ricercare e indicare percorsi stradali, ecc.) o compiere determinate azioni (ad esempio: fare un acquisto online, regolare la temperatura o l’illuminazione di un’abitazione, chiudere o aprire serrature di case o automobili intelligenti, attivare elettrodomestici come la lavatrice, ecc.).

Questa tecnologia è ormai molto diffusa e viene installata su vari dispositivi (la troviamo nei nostri smartphone, nelle auto, nelle case sotto forma di “altoparlanti intelligenti”).

Gli assistenti digitali possono raccogliere e memorizzare una grande quantità di dati personali - non solo relativi all’utilizzatore diretto, ma a chiunque si trovi nello stesso ambiente - riguardanti, ad esempio:

• scelte, preferenze e abitudini relative a stili di vita, consumi, interessi, ecc.;

• caratteristiche biometriche, come ad esempio quelle della voce e del volto, se dotati di videocamera;

• geolocalizzazione (posizione, percorsi abituali o frequenti, domicilio, indirizzo del posto di lavoro, ecc);

• numero e caratteristiche (età, sesso, ecc.) delle persone che si trovano nell’ambiente in cui operano;

• stati emotivi.

E’ quindi opportuno cercare di fare un uso informato e consapevole di questi strumenti, per tutelare in modo adeguato i nostri dati personali e quelli di tutte le persone che entrano, volontariamente o meno, nel campo di azione degli assistenti digitali.

Informati sempre su come vengono trattati i tuoi dati

Se per attivare l’assistente digitale o le eventuali app di gestione è necessario registrarsi fornendo dati personali, è bene leggere con attenzione l’informativa sul trattamento dei dati personali, che deve sempre essere disponibile, ad esempio sul sito dell’azienda che offre il servizio o nella confezione del dispositivo in cui è installato lo smart assistant (smartphone, altoparlante intelligente,ecc.).

In particolare, è importante cercare di comprendere

• quali e quante informazioni saranno acquisite direttamente dall’assistente digitale (ad esempio, tramite microfono e/o videocamera);

• come potrebbero essere utilizzati o trasferiti a terzi i dati raccolti (solo per far funzionare lo strumento o anche per altre finalità);

• chi e come potrebbe ricevere i dati raccolti e se sono possibili, per qualsiasi ragione, accessi “in diretta” al microfono e alla videocamera dello smart assistant da parte di addetti della società che lo ha prodotto o della società che gestisce i servizi offerti dallo smart assistant;

• dove sono conservati questi dati e per quanto tempo.

Non dire troppe cose allo smart assistant

Nel momento in cui si attiva per la prima volta lo smart assistant è meglio fornire solo le informazioni specificamente necessarie per la registrazione e attivazione dei servizi ed eventualmente utilizzare pseudonimi per gli account, soprattutto se riferiti a minori. In generale, si potrebbe decidere di evitare che questi ultimi possano utilizzare o smart assistant, impostando password o impronte vocali che limitano l’accesso al servizio solo a specifici utenti adulti.

Meglio evitare di utilizzare l’assistente digitale per memorizzare informazioni delicate come quelle relative alla propria salute, le password, i numeri delle carte di credito, ecc..

Occorre valutare anche rischi e benefici dell’eventuale accesso da parte dello smart assistant ai dati conservati sul dispositivo in cui è installato, come ad esempio l’archivio fotografico, la rubrica, il calendario dello smartphone, ecc..

Disattiva l’assistente digitale quando non lo usi

Quando è acceso ma non viene utilizzato, l’assistente digitale è in uno stato detto di passive listening, una sorta di “dormiveglia” da cui esce non appena sente la parola di attivazione che abbiamo scelto.

Ecco allora alcune precauzioni:

• (se è consentito) scegliere con cura la parola di attivazione, evitare parole di uso frequente (nomi di persona o di oggetti di uso quotidiano) che possono causare, qualora captate, attivazioni involontarie dello smart assistant;

• ricordare che durante il passive listening l’assistente digitale è potenzialmente in grado di “sentire” (tramite il microfono del dispositivo su cui è installato) ed eventualmente anche di “vedere” (tramite la videocamera del dispositivo su cui è installato) tutto quello che diciamo e facciamo. Questi dati possono anche essere memorizzati e inviati a terzi, o comunque possono essere conservati non sul dispositivo, ma su server esterni.

Per evitare ogni possibile acquisizione e trasmissione non desiderata di dati, quando non si usa l’assistente digitale (ad esempio la notte, quando non si è in casa, ecc.), si può:

• (se è consentito) decidere di disattivare il microfono o la videocamera o entrambi gli strumenti, a seconda dei casi, attraverso appositi tasti presenti sul dispositivo che ospita l’assistente digitale (ad esempio: smartphone, altoparlante intelligente, ecc.) o utilizzando le impostazioni sulle app di gestione; oppure:

• disattivare del tutto l’assistente digitale tramite le impostazioni del dispositivo su cui è installato, oppure spegnere direttamente il dispositivo che lo ospita. E’ una scelta forse un po’ scomoda, perché comporta il dover riattivare il dispositivo quando necessario; ma può servire a garantire una maggiore protezione della propria riservatezza.

Decidi quali funzioni dell'assistente digitale mantenere attive

Se l’assistente digitale è in grado di svolgere particolari azioni, come inviare messaggi ad altre persone (tramite sms o sistemi di messaggistica), pubblicare contenuti sui social o effettuare acquisti online, si può decidere di:

• disattivare tali funzioni;

• inserire, laddove possibile, una password per autorizzare l’uso solo su specifica richiesta dell’utente.

Gli assistenti digitali, come tutti i dispositivi e servizi che sono parte dell’Internet delle cose (IoT), non si limitano ad essere in connessione con la rete, ma sono anche in grado di "dialogare" con altri dispositivi IoT. Questa capacità amplifica la possibilità di raccolta, incrocio dei dati e diffusione di informazioni personali.

Ad esempio, gli assistenti digitali con funzioni domotiche possono essere connessi con oggetti e servizi presenti nelle nostre case, dagli elettrodomestici alle smart TV, dalle luci ai sistemi di sicurezza e videosorveglianza.

Si tratta di funzioni che semplificano la vita, perché in questo modo molti oggetti diventano controllabili a distanza con il solo utilizzo della voce. Tuttavia è sempre bene:

• informarsi con attenzione su come e da chi vengono raccolti, elaborati, conservati ed eventualmente a chi vengono resi accessibili i dati personali;

• considerare il possibile impatto sulla privacy domestica.

Occorre inoltre valutare se disattivare alcune funzioni di controllo domotico e inserire apposite password per controllare l’attivazione o disattivazione dei sistemi, in modo da poter utilizzare lo smart assistant con maggiore sicurezza. Si pensi, ad esempio, al rischio eventuale che la voce dell’utente venga in qualche modo captata e clonata da malintenzionati e utilizzata per controllare elettrodomestici o ingressi o sistemi di protezione della casa, oppure per “spiare” l’interno dell’abitazione utilizzando microfoni e videocamere.

Cancella periodicamente la cronologia delle informazioni registrate

Per limitare il trattamento dei dati personali raccolti dall’assistente digitale, si può periodicamente cancellare la cronologia delle informazioni in esso registrate, o quantomeno eliminare dalla cronologia alcune tipologie di dati (ad esempio, quelli ritenuti più delicati).

Questa operazione si può effettuare di solito utilizzando il sito web o l’app dedicati alla gestione dello smart assistant, oppure utilizzando le funzioni di impostazione del dispositivo su cui è installato (smartphone, smart speaker, automobili intelligenti intelligenti, ecc.).

Sicurezza e privacy

Come per tutti i servizi digitali, una buona regola di base è impostare password di accesso complesse, sia per l’uso dello smart assistant che per la sua connessione a Internet.

Sono precauzioni importanti:

• verificare che la crittografia della rete Wi-Fi sia impostata preferibilmente sul protocollo di sicurezza WPA 2;

• cambiare periodicamente la password;

• verificare se sul dispositivo in cui è installato lo smart assistant siano presenti sistemi di protezione anti-virus e tenerli costantemente aggiornati.

Se il sistema operativo dell’assistente digitale o della app di gestione prevedono delle impostazioni privacy, è opportuno controllarle e regolarle sui livelli di protezione desiderati.

Se dai via lo smart assistant, non dare via i tuoi dati

Nel caso in cui il dispositivo (smartphone, smart speaker, automobili intelligenti, ecc.) su cui è installato lo smart assistant venga eventualmente venduto, regalato o dismesso, è bene disattivare gli eventuali account personali creati - ad esempio per attivarlo e connetterlo online - e provvedere alla cancellazione di tutti i dati eventualmente registrati al suo interno o sulla app di gestione.

Se i dati raccolti sono stati trasmessi e conservati nei database dell’azienda produttrice o di altri soggetti è opportuno chiederne la cancellazione.

A prova di privacy

Il Regolamento (UE/2016/679) in materia di protezione dei dati personali prevede che i sistemi elettronici siano prodotti e configurati per ridurre al minimo la raccolta e il trattamento di dati personali (privacy by design e privacy by default). Occorre inoltre siano rispettati alcuni principi fondamentali, come quello di trasparenza riguardo al trattamento dei dati, e i diritti delle persone fisiche.

Tali regole e principi debbono essere rispettati anche dai produttori di assistenti digitali.

Nei casi in cui ci siano dubbi sull’effettivo rispetto delle norme o sul corretto uso dei propri dati personali, ci si può rivolgere al Garante per la protezione dei dati personali, scrivendo a urp@gpdp.it

Smart working: tutte le raccomandazioni per la salute!

Per molti italiani lavorare in smart working è diventata una consuetudine: si tratta di indicazioni arrivate direttamente dalle ultime misure per la tutela della diffusione del Covid-19. Tuttavia, lavorare per molto tempo davanti ad un computer, da casa, potrebbe provocare non pochi problemi di salute, se non si seguono le corrette indicazioni. Ecco tutto quello che c'è da sapere sullo smart working, e come lavorare in modo agile in sicurezza.

Il lavoro in smart working è diventato una realtà per moltissimi cittadini italiani: si tratta della possibilità di lavorare da remoto, da casa, utilizzando alcuni strumenti di tecnologia, come computer portatili, tablet, smartphone. Recentemente è stata presa in considerazione l'opportunità dello smart working anche dalle nuove misure per i primi mesi del 2022 per la tutela degli italiani dalla nuova diffusione del virus.

E con l'emergenza sanitaria, è stata estesa per molti lavoratori nel settore privato e nel pubblico l'indicazione di lavorare il più possibile in smart working, dove questo è possibile. Come riporta Tg24.sky.it, il governo ha deciso di introdurre nuove raccomandazioni per questa modalità di lavoro:

"A fronte dell'aumento dei contagi Covid, i ministri per la Pubblica amministrazione, Renato Brunetta, e del Lavoro, Andrea Orlando, hanno firmato una circolare per raccomandare il massimo utilizzo della flessibilità prevista dagli accordi contrattuali in tema di smart working."

Lo smart working garantisce ai lavoratori un distanziamento necessario a limitare il contagio, e per alcune professioni si tratta di spostare il lavoro che avviene all'interno degli uffici, nelle case. Il lavoro agile è stato ampiamente impiegato già nel 2020 e nel 2021, con l'arrivo della pandemia, fino a diventare regolamentato da appositi contratti specialmente nel lavoro pubblico.

Il lavoro nelle Amministrazioni Pubbliche al momento continua in presenza, anche se viene indicata l'importanza del rispetto delle misure per prevenire il contagio, e allo stesso tempo si propone lo smart working dove è possibile. Il lavoro agile può essere applicato ancora per diversi mesi in modo flessibile, ovvero adattandolo alle necessità, quando queste sorgono.

Un esempio è la situazione di quarantena, che può automaticamente portare i lavoratori a dover rimanere a casa per un certo periodo di tempo. In questo caso lo smart working diventa uno strumento necessario per poter continuare il lavoro da remoto.

Smart working e salute: è davvero tutelata?

Lo smart working si propone come soluzione per tutelare la salute dei cittadini, in particolare per prevenire la diffusione del virus Covid-19. Tuttavia questo metodo di lavoro applicato per un lungo periodo di tempo, può effettivamente garantire una migliore salute per i lavoratori?

Andando ad analizzare lo svolgimento del lavoro da remoto, bisogna sottolineare come in certe eventualità la salute fisica può essere messa a dura prova: postazioni di lavoro scorrette, sedie non consone per essere utilizzate per lavorare al computer, troppe ore davanti allo schermo.

Questi sono i rischi insiti di questa modalità di lavoro, per cui esistono importanti raccomandazioni da seguire per evitare spiacevoli conseguenze a livello di salute. Se da un lato lavorare da casa può aumentare la produttività e semplificare molte procedure, che possono essere svolte comodamente dalla propria abitazione, dall'altro lato essere costantemente collegati alla rete può portare ad uno stress mentale non indifferente.

E in molti casi non si tratta solamente di problemi legati alla psiche, ma anche di natura fisica, specialmente quando la postura davanti al computer è sbagliata, o quando non è presente in casa una poltrona ergonomica specifica per questo tipo di lavoro.

In molti casi lavorare in smart working potrebbe portare a conseguenze sulla salute poco piacevoli, che vanno limitate il più possibile prendendo alcuni accorgimenti. La tutela della salute e della sicurezza lavorando da casa è un argomento più che mai attuale, dato che in questo periodo sono in aumento esponenziale i cittadini che lavorano con questa modalità.

Si tratta sia di lavoratori dipendenti che lavorano almeno una parte della settimana da casa, sia di professionisti autonomi che scelgono di lavorare da casa per organizzare più facilmente il lavoro insieme alle incombenze domestiche. In entrambi i casi è opportuno prendere alcune importanti precauzioni per limitare i problemi alla salute correlati da posture erronee, troppe ore trascorse al pc, e situazioni similari.

Smart working per il settore privato

Per il settore privato lo smart working può essere applicato anche senza che si verifichino precisi accordi individuali, come accaduto invece negli scorsi mesi. Come spiega la circolare ministeriale infatti, anche per il settore privato è consigliata l'applicazione del lavoro agile, anche se mancano accordi individuali.

Non solo la Pubblica Amministrazione, ma tutto il settore privato del lavoro è coinvolto in questa indicazione precauzionale per limitare la diffusione del contagio. Molti lavoratori continueranno quindi a lavorare in questa modalità come fatto in precedenza, altri vedranno limitate ulteriormente le giornate di lavoro in presenza.

Questo tipo di lavoro agile verrà applicato in base alle necessità, questo vuol dire che si attendono evoluzioni dell'andamento epidemiologico prima di conoscere il futuro del lavoro in questo senso per i mesi successivi allo stato di emergenza. Emergenza che al momento viene estesa fino alla fine di marzo 2022.

Per quanto riguarda la sicurezza sul lavoro, alcune normative regolamentano anche il lavoro agile, per cui i datori di lavoro sono tenuti a comunicare per tempo tramite sito ufficiale del Ministero del Lavoro i nominativi di chi sta lavorando con questa modalità.

La sicurezza sul lavoro in casa è tema dibattuto nell'ultimo anno, per cui le normative italiane prevedono che gli stessi standard di sicurezza che sono tenuti presso uffici e luoghi in presenza devono essere anche applicati nelle abitazioni. I rischi per chi lavora da casa possono essere i più disparati, se non si interviene preventivamente per tutelare la salute, mentale e fisica, di chi lavora in questa modalità.

Rischi di natura psichica: l'isolamento sociale

Uno dei maggiori rischi per chi lavora da casa, e inevitabile, dato il tipo di lavoro, è quello di incorrere in un forte isolamento sociale, specialmente per chi vive da solo. Il lavoro è una occasione di socializzazione importante, se svolto in presenza, ma questo può venire meno se si lavora da casa.

Nonostante i lavoratori possono essere costantemente collegati tramite apparecchiature tecnologiche, come computer, smartphone e tablet, non sempre l'isolamento sociale viene evitato.

Il consiglio degli esperti a questo proposito è quello di dedicarsi ad attività all'aperto quando è possibile, rimanere collegati con i propri colleghi di lavoro anche tramite videochiamate, e avere accesso ad un momento di disconnessione dal web, per non essere sopraffatti dalla tecnologia.

Oltre all'isolamento sociale, tra i maggiori rischi di natura psichica vi sono quelli legati infatti all'uso eccessivo di apparecchi tecnologici, e la mancata disconnessione. A questo proposito è nato il diritto alla disconnessione, ovvero il diritto di non essere reperibili per tutto l'arco della giornata.

Per questo motivo è importante per chi lavora come dipendente, ma anche per chi è autonomo, limitare l'orario di lavoro e stabilire precisi confini temporali per lo svolgimento di una mansione al computer. Inoltre è opportuno per lo stesso motivo fare delle pause tra un'ora e l'altra di lavoro.

Lavorare da casa può essere molto vantaggioso perché talvolta permette di avere del tempo in più per svolgere anche altri tipi di attività, tuttavia è necessario dare un luogo e un tempo per ogni cosa, in modo da non rischiare quello che è definito come burn out da lavoro o tecnologia.

Nei casi più estremi in cui si manifestano episodi di questo tipo, si può chiedere anche l'aiuto ad un professionista, come uno psicologo, che possa essere di sostegno per chi deve rimanere in casa per un lungo periodo di tempo, anche a causa della quarantena.

Rischi di natura fisica: come prevenirli

Oltre ai rischi visti sopra legati strettamente alla psiche del lavoratore, alcuni rischi che si possono manifestare sono di natura fisica, se la postazione in cui si lavora non è correttamente organizzata. Utilizzare una sedia e una scrivania di casa spesso crea problemi non indifferenti alla schiena, per cui è consigliato acquistare strumenti appositi per il lavoro al computer.

Le aziende inoltre devono assicurarsi che gli standard di sicurezza siano rispettati anche nel lavoro in smart working: il computer deve essere posizionato ad una certa altezza rispetto a chi vi lavora, la superficie su cui è posato il computer deve essere comoda e spaziosa, la sedia il più possibile ergonomica.

Come spiega anche l'INAIL, i rischi maggiori per la salute fisica dei lavoratori riguardano problemi alla vista, causati dalle molte ore trascorse davanti agli schermi, oppure problemi di natura posturale, all'apparato muscolo-scheletrico.

Risultano quindi fondamentali le precauzioni di natura posturale, stabilendo la giusta altezza del computer, rialzandolo anche con appositi strumenti se necessario, impostare la luminosità dello schermo adeguata, o lavorare con il così detto "black screen", ovvero con lo sfondo nero per leggere e scrivere documenti.

Un altro accorgimento importantissimo è quello che riguarda l'attività fisica: stare molte ore davanti ad un computer può comportare problemi di varia natura, soprattutto in termini di sedentarietà. Per prevenirli è consigliato allontanarsi dagli schermi per una passeggiata quando possibile, seguire un corso in palestra, oppure recarsi a svolgere attività all'aperto o uno sport.

Abbinare il movimento al lavoro in smart working è importantissimo per prevenire problemi alla salute di diverso genere. Separare il lavoro dal resto è importante per avere un'organizzazione che garantisce tempo libero al lavoratore, e disconnessione dalla tecnologia.

Un altro consiglio importante da seguire riguarda la vista: come è importante muoversi, è altrettanto importante allontanare la vista dagli schermi dopo un'ora o due che si lavora al computer. In questo modo si limitano i problemi alla vista. Utilizzare lenti che riflettono le luci blu degli schermi è un consiglio aggiuntivo per chi utilizza gli occhiali da vista.

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